IL RADICALE

ARTE AMBIENTALE

Hans Hollein
Hans Hollein

HANS HOLLEIN

 (1934- 2014)

 

Architetto di grande fama, premio Pritzker per l’Architettura 1985, studia negli USA  e a Vienna dove, fin dagli anni ’50, mette in discussione con disegni e fotomontaggi  gli assunti del funzionalismo in architettura aprendo la ricerca a nuove interpretazioni del campo.  Nei disegni e modelli della mostra Hollein Pichler Architektur (Vienna 1963) propose una concezione visionaria di edifici-città megastrutturali che già mostrano la complessità e la perfezione tecnoide di molte opere future, mentre i collages e fotomontaggi  Transformations (1963-64), tra cui Valley City e Airircraft Carrier in the Landscape, attraverso il linguaggio figurativo, l’ironia, gli aspetti monumentali e sacrali, il contrasto tra l’oggetto ‘trasformato’ e il suo ambiente, erano esempio delle molteplici interpretazioni che all’architettura potevano attribuirsi.  Le opere di questi anni, così come il saggio Alles ist Architektur (1968) in cui Hollein esprimeva simbolicamente l’dea che l’architettura sia ovunque, possa essere espressa con il puro pensiero come con la sola tecnologia, e come essa investa e possa esprimere anche sentimenti e valori, saranno riferimento costante per la successiva ricerca in architettura.  Tra le molte opere di architettura, design e arredo urbano realizzate nel corso della sua lunga carriera, il Museo di Mőnchengladbach (1972-82) fu il primo grande esempio di una sintesi di funzioni e di una contrapposizione di linguaggi, compiuta rappresentazione di una voluta contaminazione tra i campi, architettura, arte, design, media tecnologici, interventi sull’ambiente. Tra il 1964 e il 1970 diresse la rivista ‘Bau’ che ospitava i contributi della più vivace sperimentazione anche in campo internazionale. In parallelo con l’attività professionale, Hollein fu anche docente e critico, con contributi teorici che assunsero la forma di saggi, di allestimenti, di installazioni e performances, di partecipazione a mostre.